L’alba possiede dei colori che un A4 Fabriano del 1985 non se li sogna neanche lontanamente. L’arancione pastello ci si avvicina, lo ammetto, ma nient’altro. Fa un freddo cane, ragion per cui è legittimo vestirsi ancor più leggero. Sigmund, amico mio, scriveresti trattati su questo, vero? Io dico di sì. Mi addormento scrivendo, mi risveglio ispirato. Ho sempre scritto perchè riesco perfettamente a tenermi [quasi] tutto dentro, tranne quando questo tutto diventa troppo, come un fiume straripante…da arginare. Solo che, invece che arginarlo, incanàlo le sue acque altrove. Se no, rischierei di scoppiare, o peggio… Ecco. Peggio. L’asfalto è lucido, come in quella canzone dei Matia Bazar, il caffè è tiepido. Quei pop-corn, in confezione invitante e trasparente, restano chiusi. Quando corro in salita, mentre mi alleno, sento il cuore battere in fretta…ma quella è una consecutio dello sforzo profuso. Invece per sognare non bisogna sforzarsi: è sufficiente chiudere gli occhi. Respirare. Rimanere in silenzio al centro di una stanza vuota e senza spigoli. Spegnere la luce. Ah, ok..era già spenta…
Domenica è stata untouchable part-1 , part-2 … Part- ita- di- testa..pfff