Come in tutti i romanzi fantasy, il protagonista non esiste, l’antagonista non esiste, il destriero non esiste, la torre non esiste, i colori, gli odori, la morte, le aspettative nemmeno..e le pagine della prefazione son sempre impataccate di residui della colazione del giorno prima. Vitaminica, si intende. Questione di confini, lo so..ma la notte per esempio non ne possiede. Vogliamo parlarne? No. L’armadillo, se capovolto (e poverino, chissà come si crogiolerebbe, fino allo sfinimento) non emette nessun suono..si conforta solo della sua essenza, intrisa di abitudini prevalentemente notturne e sotterranee. Col favore delle tenebre, Esso, come un impiegato delle pompe di benzina, scava articolate e profonde tane nei suoi pensieri, dando vita a innumerevoli cunicoli (nei quali adora perdersi) e costruendo accoglienti stanze. Lì poi si addormenta, fra nuvolette, farfalline e campanelle..ignaro di ciò che fuori accade. Questo lo fa sentire libero. Io, esattamente come il mio amico Weapon-Say-it, adoro il concetto di libertà. L’odio ad esempio è una sublime, oscura sorgente dalla quale poi sgorgano quelle emozioni che tanto conformi risultano al mio gusto, tipo il Cointreau. Emozioni talvolta di un’intensità…gargantuesca. Mi è sempre piaciuto l’aggettivo “gargantuesco”, succede raramente di poterlo usare in una frase. Io amo odiare. Mi fa sentire libero. Ecco perché a volte letteralmente esplodo, tirando fuori quello che a fatica soffoco dentro. Devo esser stato qualcosa di diabolico nella vita passata. Un attimo! Faccio un autoscatto al mio stesso timore, una selfear, in pratica. Ecco, fatto..che fortuna, non occorre neanche sviluppare la pellicola, è tutto in digitale. Shhhhhhhh! Buio in sala..Per adesso razionalmente lascio che questa sensazione scorra, poi si vedrà. Di sicuro, se esiste un altro mondo, io già ne sono parte o ne sono stato parte..E’ una certezza.