Nessun vetro rotto, nessun coccio per terra, nessun segno di scasso nella serratura, nessuna impronta. Chiunque sia stato, deve di certo essere un professionista. Provo ad interrogare qualche inquilino qui accanto, qualche micino di casa, ma niente da fare, i felini son sempre assai restii quando si tratta di scucirsi su faccende che apparentemente non li riguardano. Muso chiuso, baffi allineati, occhi sornioni, artigli a riposo, pelo liscio e brillante..qualcuno li ha voluti bene, altrimenti non si spiegherebbe un simile stato di forma esteriore, misto ad una certa..calma innaturale. Il frigorifero piange, niente polvere sui comodini, sul davanzale qualche candela profumata ancora intatta..come diavolo farà un dannato micio ad accenderle senza ferirsi alle zampe..non è il solo mistero evidente qui intorno. Il divano è in disordine, c’è un disco graffiato di Valeria Rossi, un portacenere bianco e arancione, una coppetta di gelato lasciata a metà..che peccato. Mi accollo la responsabilità di assaggiarne il contenuto, rientra tra i rischi del mio mestiere. È così. Lo dicevano al corso di addestramento: mai trascurare i particolari, sono loro a fare la differenza. Intingo il dito senza idugi, é bacio..ci avrei scommesso il distintivo…intravedevo la granella di nocciole, ma volevo esserne sicuro. Niente spazio ai dubbi, è questa la regola. Accendo nervosamente una sigaretta, mentre mi scorre in mente di nuovo l’immagine di quel quadrupede misteriosamente dileguatosi nel nulla..ha gli occhi puntati verso il basso in un’espressione lontana anni luce dalla serenità..che cosa stava osservando quel dannato pusher di fusa?…dov’era diretto lo sguardo assente di quel coccoloso e morbido calorifero a pelo lungo?..siedo in mezzo a quella stanza, quando un paio di raggi di sole penetrati dalla finestra sul soffitto formano un insolito arco di luce, come un riflesso..illuminando un interstizio fra tavolo e sotto-tavolo..esatto, proprio quella parte estraibile che occorre utilizzare quando il numero degli ospiti entra in doppia cifra..c’è un pezzo di carta. Un foglio a quadri, piegato in quattro. Forse ci siamo..è l’indizio che cercavo. Apro e leggo, curioso e avido come se spiassi il registro dei voti della seconda media. All’improvviso tutto appare chiaro…