Andare a lavorare in una giornata come questa è come minimo una sfida. Fino a quando il compito era di attraversare l’incrocio con la Piaggio, armato di galoche gialle numero 34, allora era semplice, dove c’è incoscienza c’è Casa..ma con questo vento neanche Mary Poppins sarebbe capace di zavorrarsi a terra, persino mandando giù una pillola composta di una lega tra acciaio e cromo, a proposito: quanto zucchero? Fatto sta che chi doveva andare a pescare è già uscito e tornato (si vede che hanno cara la propria vita), chi doveva arrotolare cilindri di pane in pasta per sfornare le mafaldine, è già lì nullafacente a fumarsi la sigaretta del dopo stress mattutino. Ottimo. Ed io? Tutto ok, neanche un graffio, nè a me nè alla carrozzeria. Let’s start. Ah, come rimpiango di non essere nato anche io negli anni ’60, avrei risolto tutto in modo molto più semplice: Avrei preso Quaalude dalle dieci alle quindici volte al giorno per il mio “mal di schiena”, Aderol per restare concentrato, Xanax per alleviare la tensione, Ambien per dormire, erba per calmarmi, cocaina per una nuova sferzata e morfina perché…beh, perché è straordinaria. E va beh, mi accontenterò di un caffè macchiato, per adesso basta e avanza. Niente brioscina? No, niente brioscina. Ah, broscina..salutarsi è una pena così dolce che ti direi addio fino a domani. Non so che darei per averti qui tra le mie fottute dita…Fuori il sole s’è fatto una passeggiata a fanculo, si sente il rumore del mare, in un vaso i fottutissimi gigli mandano un profumo acutissimo spirando, le cortine dei balconi ondeggiano come vele in un naviglio..io ti chiamo, merendina, ti chiamo, cazzo…ti chiamo. La lontananza è come il vento, si o no? Torniamo all’incrocio con la Piaggio: Io sto solo sul cuor della terra, diventando un ciccione…ed è subito sera.