Sono nato di notte, ma NON questa notte. Ho il primo fine-settimana libero da quando è finita l’estate e ne approfitto per perdermi nella soffice inconsistenza degli gnocchi di patate, che tra l’altro mi ricordano le domeniche a casa di mia mamma, quando le allerte-meteo segnalavano precipitazioni di parmigiano sulla pasta come se non esistesse un domani. Puntuale, come un’interrogazione in geografia l’UNICO giorno dell’anno in cui NON hai studiato e ti sei presentato a scuola impreparato, arriva la macchia di sugo sulla mia felpa grigio-topo. Ortigia è un luogo straripante di bellezza, ricco di fascino e andare in giro con le patacche sugli indumenti non è visto di buon occhio dagli indigeni, tanto è vero che la Franca del Supermercato qui sotto (o sopra..o sotto-sopra) mi fa notare quella che dovrebbe essere, secondo i più noti luoghi comuni, la fonte del mio odierno imbarazzo. Non è cambiato nulla dai giorni dell’asilo…solo che le macchie sul grembiule erano di cioccolato e colori a tempera, di sottili residui di brioscina Tomarchio e di grafite della matita. Io quando mangio sono distratto dalla meraviglia del cibo, come faccio a stare attento a non imbrattarmi? Quando osservo le nuances di un tramonto non è che mi curo del rumore degli scarichi delle automobili che passano nelle immediate vicinanze, no? Ora veniamo al punto fondamentale della due giorni di home-cooking, al motivo conduttore di questo weekend, al leitmotiv di questo agglomerato di ore schiffaràte: i petti di pollo impanati nella farina e affogati nella panna ai funghi. Non me ne vogliano tutti i miei amici e conoscenti fans del Veganismo o del Vegetarianismo o del Verismo o del Naturalismo o anche persino di Gizmo, il piccolo Mogwai con problemi di trasformismo se alimentato dopo la mezzanotte (Gremlins, 1984 – Joe Dante), ma il centrifugato di latte fresco aromatizzato ai basidiomiceti dello zio Lù è una ghiottoneria da leccarsi i baffi, le basette, la coda, le zampe e pure i favoriti (Franco Kennedy docet). Perdi il controllo, fai uscire il Mostro. Pancia mia fatti capanna, tanto il cibo qui a Siracusa comanda, si sa…”Food is just like Life in Chi Spacchiu City. It always wins“.