A Terni il mare c’è. Punto.

VLOG#1: “Bi-Jonico”

La reazione alle avversità è una brutta bestia. Bisogna affrontarla tenendo a mente la lezioncina imparata contestualmente alla scoperta della numerazione elementare: saper contare fino a dieci. Ti salva la vita a volte. Dicono che un neutro atteggiamento di contegno sia indice di forza, di maturità, di saggezza. Altrimenti non sarebbe degno d’essere annoverato tra le Qualità.

Certo, se i miei organi di senso fossero artificiali, forse sarebbe tutto più facile. Ogni percezione avrebbe traiettorie prevedibili, schemi predefiniti, conseguenze fin troppo logiche. E invece le cose non stanno così.

Non sono innaturale, alterato, sintetico. Non sono BIONICO. Forse “bi-jonico” si, però. Perché affacciato sul mio Jonio c’ho vissuto parecchio, tra gli scogli di Acicastello e le albe di Ortigia. Lì..a bisbigliare i fatti miei (si, usato transitivamente, e che cazzo!) alle onde, a pormi le domande più disparate e ad osservare le stelle più luminose…le stesse che di solito fanno da bàlia ai tuoi auspici.

 

Quel detonatore chiamato curiosità, poi ancora gli stimoli, il desiderio, il mordente…sono capaci – insieme con il campo magnetico che avvolge il nostro pianeta – di mantenere alta la soglia d’attenzione, di proteggerci…e di far girare ogni cosa per il verso giusto. Senza di essi, tutto appare più vuoto, più spento. Come un tunnel buio ed infinito, dentro al quale non riesci a intravedere nemmeno uno spiraglio, una via d’uscita.

Ma, come un newtoniano treno in corsa, mò però arriva la terza legge della dinamica…quella secondo la quale nell’esercizio di una forza sono sempre coinvolti due corpi, ovvero l’azione non avviene in un unico senso, ma l’influenza è reciproca. Ad ogni azione corrisponde una reazione.

L’azione è che «a Terni il mare non esiste». La reazione è: «bene, allora facciamo in modo che ci sia». Ed io il mare l’ho avuto al mio fianco per tanto e tanto tempo. Ci ho parlato, mi ha sussurrato dei segreti fondamentali, l’ho ascoltato cullarmi ed ho persino udito il suo silenzio a volte. Ed è uno dei pochi elementi tangibili che riesca a trasmettermi in modo più efficace il concetto di immensità. Per questo non ne posso fare a meno.

Così come non posso fare a meno di avere una coscienza…per riflettere sul significato di tutto, sull’autentico senso delle cose, sul loro valore intrinseco, siano esse persone oppure oggetti, comportamenti o vicende…tutte quelle X sui fogli bianchi o quegli accadimenti al centro dei quali ci siamo sempre noi. Io faccio quello che posso. Quando posso. E come posso. E anche quando tutto mi dice che non posso, io lo stesso dò il centodieci per cento. Perchè non potrei fare altrimenti.

Siamo individui, non macchine. Siamo esseri umani, ancora meravigliosamente in grado di ascoltare, comprendere, perdonare, vivere di empatia e di emozioni..pieni di difetti, si..ma proprio per questo assolutamente unici nella nostra imperfezione.

Basta più con la formattazione del testo giustificata. Andiamo a capo con l’allineamento a sinistra.

Io non sono perfetto, nemmeno bionico. Ma “bi-jonico” si.
Quello si.

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PS: Ringrazio infinitamente Marco Scipioni per l’amichevole dedizione e la pazienza.

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