Suona la sveglia. Pavimento tiepido. Doccia. Cereali. Profumo di biancheria pulita. Sole. Ogni attimo è una fotografia. Chiudo gli occhi. Li apro. Sorrido. Piango. Io stesso mi domando come diavolo faccio a resistere a questi sbalzi di umore, a questa altalena di sensazioni, a questi alti e bassi dei miei stati d’animo. Non lo so. So soltanto che alterno momenti di panico proveniente da qualsiasi direzione ad altri di serenità che, come un fiume con la foce a delta, si riversa dolcemente in un mare non agitato. Ieri sera avrei tanto desiderato una birra ghiacciata, poi son finito, come spesso mi accade, con la mia chitarra acustica tra le braccia, a toccare volontariamente delle corde delicate, forse è anche per questo che sono andato a dormire con quella sensazione di malinconia. Mozzafiato, si…perché mi lascia respirare a stento. Ma anche in difetto di ossigeno, appoggio la mia guancia su quella traccia, su quella morbida scia dello stesso colore del buio e ascolto il silenzio. Lo ascolto, lasciandomi andare.