Ascoltare i The Knife mentre lavoro è come viaggiare sul dorso di una cometa ad anni luce di distanza dalla Terra. Mi trovo in un altro mondo. Una sorta di universo parallelo. E’ pazzesco il modo in cui la mente possa concedere a sé stessa di viaggiare ed arrivare dove i sensi la spingono. Suggestione? Non credo proprio. Mi ricorda in tutto e per tutto determinate sensazioni, anche se non si tratta per nulla al mondo dello stesso contesto e soprattutto del medesimo grado di coinvolgimento. L’esempio lampante risale ad appena qualche giorno fa, in una calda sera di primavera, in cui le onde disegnate da un abito bianco hanno danzato sul mio animo, in cui l’inebriante fragranza di un profumo delicato si è posata su ciascuno dei miei sensi, in cui il respiro a pieni polmoni di una essenza nella quale scorre un sangue che ha la stessa densità del mio…ha intrecciato il suo sinuoso incedere con il brivido di una emozione fortissima, di una intensità tale da annientare qualsiasi altra cosa, qualsiasi elemento esterno, il caldo, il freddo, la brezza, la luce, il buio…tutto era così confuso ed al contempo così maledettamente chiaro, limpido. Ogni sorriso aveva colore. Ogni singolo sguardo era carico di significato. Ogni istante aveva sapore. Persistente, entusiasmante, corposo… Ogni. Singolo. Istante.