Mi brontola lo stomaco dalla fame, ma se esiste una giustizia divina, non saranno solo miei i crampi. Tranqui Max, tranqui Feel, sette canzoni son sufficienti per un Extended Play..basta fare ordine. Anche nel caos di un agglomerato di mensole disordinate come quelle che campeggiano sulla destra del mio frigorifero, ogni cosa è al suo posto ed esiste un posto per ogni cosa. La mansarda accanto alla mia invece è disabitata da 5 mesi ormai. Perchè? Qualora andasse a fuoco, la cosa mi riguarderebbe e parecchio. Lì si che si configurerebbe un’indecisione ed io per DNA odio l’indecisione. Un bimbo davanti a fragola o pistacchio, sceglie. Lo stesso bimbo, di fronte ad una cospicua varietà di gusti degna del più pago Cavalier Ranieri e di tutta la sua gloriosa e rinomata sorbetterìa, comincia a perdersi in tutte le esitazioni possibili. Risultato: la realtà ci sottrae spesso il gusto di scegliere. Io domenica ho scelto i Chargers e nonostante l’infortunio di Ciccio Testa-di-Legno, ho fatto bene a SanDieghizzarmi, hai visto mai che la cosa possa riflettersi sul mio carente reddito..per pochi minuti sono ricco, 9 euro e 95 centesimi da leccarmi i topo-baffi, di sicuro ho agito senza riflettere e senza acquisire importanti dettagli ma a volte ci sta..meglio una testa ben assemblata, che una mente piena solo di nozioni inutili. Ogni tanto invece “mi sciarrìu” con il concetto di utilità, ma non troppo. Mi sento utile come una goccia d’acqua e non mi chiedo perchè esisto, so soltanto che sono il mare e questo mi basta..ma posso aprirmi in fondo? Oppure ho ragione di temere che facendolo rischierei di espormi oltremodo? Conoscendomi, nessuno dovrebbe volermi bene in teoria..ma solo in pratica, un po’ come quegli amici che riescono a riconoscere le mie lacrime persino sotto la pioggia…quando il cattivo tempo però persiste, arriva il gelo..quello vero. Io ci provo a pattinare sul ghiaccio, ma quando diventa troppo sottile, l’unica possibilità di salvezza è la velocità. Quindi non sfuggo, scivolo semmai, così come le note di “lost control”. Ascolto gli Anathema da un pomeriggio intero e sono letteralmente rapìto dalla loro efficacia comunicativa e dal loro universo di emozioni taglienti. Il mondo è pieno di oggetti contundenti, di spigoli e di conseguenza di ferite, e le mie non fanno certo eccezione. Non sono esente o immùne dalle delusioni o dai duri colpi subìti per aver abbassato la guardia, ma nonostante ciò non voglio svegliarmi dall’essere sveglio. Desidero distruggere ogni cosa che ho accanto, con l’intento di ricostruire, non soltanto per il piacere di distruggere. Voglio demolire le scelte, voglio fare il giro-largo tutto intorno per arrivare allo stesso punto, però provenendo dalla parte opposta. Voglio addormentarmi nel fango e guardare lo stesso le stelle, voglio contemplare il bàratro ma voglio arrampicarmi in alto, voglio che il cielo sia la mia mèta e voglio che la mia metà sia cielo. IO-LO-VO-GLIO.