La mia è una strana città. Ogni tanto, mentre attraverso una strada, mi fermo esattamente al centro tra le due corsie e rifletto, istanti di inerzia e stasi come quelli che trascorro seduto sulle tegole del mio tetto. Incroci di pensieri che fluiscono su carreggiate assai distinte e per questo motivo separate. Se uno di questi giorni i mass media descrivessero la mia dipartita come un evento insolito, me ne farei una ragione..non faccio volantinaggio-selvaggio ed improvvisato e non sono nemmeno una colomba frustrata che approfitta, stanca, delle correnti da mansarda. Disegno sinuosi movimenti a vortice su creme di sapone per le mani, assapòro con la mente condi-menti nuovi e variopinti per qualsiasi tipo di pasta di grano duro, scontorno biscotti alle nocciole arrampicandomi sulle curve di bèzier come se fossero delle liane dalle quali penzolare divertito ed incurante del paesaggio spaventoso sotto di me…al mio paese questa si chiama: distrazione. Chi ha voglia o necessità di concedersela non può che copiare ed incollare il codice like-box sulla struttura criptata della propria agenda quotidiana. Cosa? Settimana da brivido e stress? Indubbiamente. Se esistesse la febbre a quaranta-tre..è a questa che farei riferimento per parametrare il mio stato d’animo. Non è tuttavia delirio da stanchezza e neanche disorientamento da confusione…gli anni di training ogni volta che il 26 non passava hanno fatto il loro dovere. I sintomi ci son tutti, ma se domando a me stesso un indirizzo, di certo non sono in Via di Guarigione.