Esiste un angolo del mio animo in cui la solitudine cessa di essere propedeutica e diventa scomoda, arida..come un terreno trascurato, un paesaggio spoglio, privo di fertilità, un sentiero pericoloso. A volte, persino con me stesso, parlo un linguaggio differente..talmente profondo da perdermi, talmente scostante, dissociato, buio.. da rischiare di non riuscire più a ritrovarmi. A volte concedo a quella parte di me troppo spazio…lo so, ahimè…ma d’altronde a nessuno è dato di sapere in che modo imbrigliare l’emotività, metterla a tacere, soffocarla e dimenticare che esista…ma a conti fatti è una delle forze più incontrastabili che possa esistere..e ciascuno di noi in confronto è troppo insignificante per poter pensare minimamente di reprimerla. La vita spesso e volentieri ruota attorno a desideri assai semplici. Che voglia che ho, per esempio..di trascorrere un po’ di tempo come dico io..di contemplare serenità e sorrisi, spensieratezza e silenzi. Quei silenzi peró nei quali sei perfettamente a tuo agio. Evidentemente chiedo troppo. Ma è una sensazione così dolce…e invece… …invece nessuno parla attraverso la mia voce, nessuno sanguina attraverso le mie ferite. Solo e soltanto io conosco la mia sofferenza. Solo e soltanto io. Stare al mio posto è assai scomodo..e non lo augurerei neanche al peggior nemico…ma ho capito cosa significa sofferenza e la sto interpretando nell’unico modo in cui merita di essere interpretata…e già, proprio così. C’è un modo costruttivo di interpretarla, proporzionale alla sua intensità. Oggi c’è il sole..ed è già un motivo sufficiente per sorridere….esattamente così: =D