Percepisco una certa mescolanza di elementi contrapposti, denominati solitamente ingredienti. Indifferenza, scusami, sii gentile..vai un secondo a giocare con la palla in autostrada. Ma che imbroglio è? Per digitare sulla tastiera le faccette insanguinate si dovrebbero inserire le emàticon, lo so, ma non sempre tutto è facile, non sempre ogni cosa è concessa. Ad eccezione di determinati frangenti di Lùcidità emo-tiva, nei quali la comprensione si fa largo a forza di vigorose gomitate: anche se spesso resto a mani vuote di me, ho compreso ad esempio il motivo per il quale a volte dimentico di cenare. È semplicemente perchè mi sazio di ibride sensazioni..e a quanto pare esse risultano sufficienti al mio fabbisogno quotidiano. Per errore chiudo gli occhi e avverto un inesorabile innesto di tipologie eterogenee di elementi, sperimento un po’ la fusione tra essi e continuo a domandarmi..è una violazione? Oppure una mera esposizione a meticci agenti contaminanti? La diagnosi parla chiaro: trattasi di sepsi, intesa come semplice risposta dell’organismo ad una invasione in piena regola..che l’agente in questione sia potenzialmente patogeno, questo lo ignoro. Che resta di un sogno ematico, se al mattino è diventato un poeta? Non sto di certo qui a preoccuparmi di come reagisca il mio sistema immunitario o della forma che assumono le mie risposte infiammatorie di fronte alla complessità di simili interazioni. Vedo topi dapertutto. No, non ho sonno. Vino bianco, che ore sono? Fiori, avete da accendere?..e mettiamoci nel mezzo pure le vecchie canzoni. Perdonatemi, carezza, a quanto ammonta il vostro onorario? Ne possiamo discutere, ma non mi va di contrattare. Anche perchè la vita è già abbastanza un’illusione..e di contro forse ogni illusione ci aiuta a restare in vita. Posso credere a ció che voglio: che la formula chimica del latte sia Vacca-2-o …che Loretta Goggi odiasse gli allergèni dei póllini..etc, etc.. Dato, peró, che il mio inconscio è gravido di risorse per me fondamentali, preferisco sdraiarmi un attimo e ascoltare meglio. A luci spente, è ovvio.