I portieri degli stabili che possono vantare un certo decoro si comportano come una casta maldicente. Sarà stata colpa dell’insalata di educazione fascista, maschilista e cattolica. Menomale che certi mestieri vanno scomparendo. Di sicuro non quello degli impiegati dei market. La cassiera del simply ha un rosario tatuato sul polso sinistro, io nel frattempo sistemo la spesa nel sacchetto di carta, mi sorprendo del prezzo delle gomme da masticare e inalo l’eau de sudùre della signora in fila appena dopo di me. Io cancello, ma non rimuovo. In un’estate a Nizza di Sicilia mi ricordo di un discorso circa l’attività lavorativa di Antonella Ruggiero prima di fare la cantante dei Matia Bazar ed avevo solo 4 anni. Mi ricordo di una maglietta impreziosita da pietre colorate, di un’oliva sgraffignata e poi causa di mal di pancino, del colore di un’automobilina apparentemente insignificante sotto un grande albero, di una lastra di marmo che precipita giù da un palazzo e delle battute a memoria di tutti quei film che sanno lasciarmi davvero qualcosa dentro. Io perdono, ma non dimentico. Forse lo faccio in modo disordinato, ma…l’ordine non è forse la virtù dei mediocri?..se fosse così sarei un autentico genio..tu lo sai, vero? Tu che sei nata quando la costituzione era appena in vigore. Lo sai se le cose stanno così oppure no. Macinavi il caffè, il telefono era un privilegio, la minigonna un miraggio, facevi a gara con lo zio Ciccio per chi doveva leggere per primo una rivista appena comprata dal nonno Enrico. L’altro giorno ho visto proprio una mia foto su un magazine, mi ha fatto un certo effetto, come quando torno a casa e dimentico una delle tante luci soffuse accese. Penso che sia strano stare su a pensarci per più di cinque minuti, così come è strano guardare sè stessi dal palazzo di fronte. La cassiera mi confida che somiglio ad un suo cugino, uno emigrato e che soprattutto vede raramente. La gente fa tante copie-carbone di sè stessa. Le sorrido…rifletto in silenzio per qualche istante, poi rispondo: magari.