Se in piazza vendi manufatti di origine etnica per un target culturale multistrato, sappi che una quasi anonima serata di primavera puoi considerarla positiva dal momento che, per scambiare venti euro, entri a ordinare una Ceres in un pub. Se è vero che non tutte le cose hanno un significato (o scegli di non attribuirglielo), d’altro canto ogni cosa possiede un valore e..se il “peso specifico” che dai ad un oggetto è un multiplo di sette, allora c’è qualcosa di magico nell’aria…qualcosa di imperturbabile. Che termine meraviglioso. Iva Zanicchi, non più tardi di qualche anno fa, avrebbe esclamato: Ok, il prezzo è giusto. Se invece sei un gatto randagio, ma ti ergi su una automobile fiero come il leone della sigla della Metro Goldwyn Mayer, sei andato ben oltre e meriti questa ed altre considerazioni. Se sei un dipendente di un locale, invece, e ti stai chiedendo se esiste differenza tra il servire un Cointreau in un bicchiere di vetro con scorza d’arancia oppure in un bicchiere di plastica con tanto di tettuccio col foglio di alluminio…sappi che la risposta è scontata. La Chiave 1 – Mammut 0. Palla al centro. Se sei un musicista rockabilly-fifties, ricorda che la gente dovrebbe ballare sopra i tavolini quando accarezzi il tuo strumento e non inscatolarsi dentro uno scialbo contenitore, specchio della pallida trascuratezza che è diventata questa città col trascorrere degli anni. Tutto questo ha una dimensione terrena. I sorrisi, invece, gli sguardi, le lacrime, le parole, il profumo, le emozioni..fanno parte di un’altra sfera, ben più alta. Si, anch’essa imperturbabile.