The egg-shaped spaceship

Scacchiera delineàta. Un quadratino per le imbarcazioni semplici, due per quelle serie, tre per i giganti del mare e quattro per le portaerei. Si chiamava battaglia navale, passatempo preferito sui banchi dell’asilo, nessuna diavolerìa elettronica, giusto un foglio di carta e una penna, diligentemente sistemati nel profumato cestino delle scuola materna, quello che sapeva sempre di nuovo, mescolato con l’odore della gomma da cancellare (dio sa quanto importante, foss’anche simbolicamente, per l’avvenire di ciascuno di noi), della grafìte delle matite, della brioscina tomarchio e dei pastelli a cera. Da che mondo è mondo, quel ricettacolo di sensazioni genuine era sempre preparato senza fretta, con premuroso affetto e dovizia di particolari, elementi assolutamente non trascurabili. Regole chiare, obiettivo semplice. Dai le coordinate, provi a sconfiggere la flotta avversaria, nessuna strategia, soltanto fortuna con la C maiuscola, oltre, indubitabilmente, a minime ed indispensabili cognizioni di matematica elementare. Effe/Nove! Colpito e affondato. Porca paletta, era un modo spaziale per creare e poi cementare le amicizie. L’asilo è come un pianeta nuovo, no? E quando vieni da un altro pianeta è difficile ambientarsi, stringere conoscenze, creare legàmi, riconoscere ed amare il colore del grano. Mork certamente questo lo sapeva, quando è atterrato col suo uovo cosmico vicino casa di Mindy. Ma erano altri tempi..Allora forse il concetto del “per sempre” era più leggero e meno maestoso nel suo presentarsi bussando alla mia porticina. Fuori dal balcone c’è un bagliore insolito, quasi magico. La luna è piena in questo istante ed illumina persino l’impossibile. Per non sbagliare, comunque sia, è inchiostrata sulla mia pelle, forever. Mi affascina da sempre…e da sempre mi piace immaginarla come una finestra. Una finestra aperta, una finestra chiusa, una finestra socchiusa, una finestra aperta a metà. Le finestre non mi ispirano soltanto curiosità, ma anche e soprattutto interesse, sperimentazione e gioia nell’apprendimento e nel discernimento. Oggi come allora non smetto di avere sete di imparare, da ogni passo, da ogni caduta, da ogni sforzo nel risollevarmi, da ogni minimo respiro, da ogni istante, anche da ogni sbaglio. Se ieri ad esempio ho realizzato che 15kg di bagaglio dev’essere praticamente una sorta di backpack-standard internazionale di pragmatico utilizzo, oggi ho avuto la conferma che un singolo sorriso puó cambiarti la giornata. In meglio o in peggio, è chiaro. Ma anche la presenza o meno delle mandorle a tavola è in grado di fare la differenza, questione di punti di svista. Avverto la strana sensazione di esser messo alla prova quotidianamente..e mica da adesso…bensì da quando giocavo a battaglia navale. Se non esiste un segno…una ragione..o un significato dietro tutto questo, allora finisce che mi arrabbio sul serio e comincio davvero a meditare rivalsa. Vendetta work-in-progress.

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