Il tempo uggioso di oggi è buono solo a mettermi in guardia su potenziali malanni che potrei beccare in modo assolutamente improvviso e soprattutto controvoglia. Ne ho timore? Bene, allora è già successo. IneLùttabile assioma dell’esistenza. Non è che ci sono gocce da sentire picchettare sul tettuccio a spiovente della mansarda, oppure vetri sui quali le scie della pioggia lasciano quei segnali irregolari ed emotivamente toccanti. No, no. Solo una carrettata di acqua a man bassa. E in tutto questo? L’ombrello dov’è? Always sotto mano?…oppure a fare un soggiorno rilassante dentro il portabagagli dell’auto? Mi accorgerei della differenza solo se piovesse più a lungo. Intanto preferisco guardare tutto ciò che mi circonda da dentro una bolla trasparente, attraverso la quale posso osservare ogni impercettibile cambiamento del clima esterno ma entro la quale posso sentirmi al sicuro da ciò che mi opprime. Tic-toc…cos’è tutto questo via-vai di suoni e di colori? Partono i due minuti di tempo, la parola più estesa che riesco a trovare è “sospeso”, mica male. Sette lettere. Ma il tempo continua a scorrere, senza arresti temporanei, senza interruzioni, senza avvisi di chiamata, soltanto sani stati di apprensione e di onnipresente paura, risultato evidente di un timore di fondo, caratterizzato dalla precarietà di ciò che ha un grande potenziale inesplorato: il poter volgere al peggio. Sono una bomba ad orologeria? Sono una miscela eterogenea di elementi caotici, questa è la verità. Ho sbagliato mestiere, avrei dovuto aspirare a dirigere il traffico.